La gastronomia fanese è molto ricca e risale all'antichità, da quando cioè la città era una colonia romana. Gli antichi romani infatti apprezzavano molto i prodotti del mare e utilizzavano molte spezie nelle loro preparazioni. Questa attitudine alle commistioni è rimasta nei secoli, e nel popolo fanese. Basti pensare che durante il Medioevo, la cucina di Fano venne influenzata dalla cucina bizantina, che portò l'utilizzo di spezie come il pepe, il cumino e lo zenzero. In questo periodo si svilupparono anche piatti a base di carne, come la "piadina", una sorta di pane azzimo cotto sulla piastra. Ma è nel Rinascimento che la cucina fanese si arricchì di nuovi sapori e aromi, grazie ai commerci con il Mediterraneo e con le colonie portoghesi. In questo periodo si diffusero piatti a base di pesce come il brodetto, la zuppa di pesce, la rustita e il pesce in carpione.
Soffermiamoci proprio sulla rustita e scopriamo le origini di questo piatto e come si prepara. Si tratta di una ricetta fanese dalla tradizione antichissima dei pescatori del nostro mare. Per prepararla si utilizza esclusivamente il pesce più fresco, appena pescato in giornata, che può variare a seconda della disponibilità del momento e dei doni che il mare ci offre. Questa attenzione alla qualità degli ingredienti è fondamentale per garantire un piatto dal sapore autentico e straordinario. La rustita si distingue come una pietanza eccezionale, che racchiude l'amore e il rispetto dei pescatori fanesi per il loro mare. Nonostante il suo carattere modesto, ha un sapore incredibile, in grado di esaltare appieno i sapori dei pesci freschissimi pescati in giornata.
Seguendo l'antica tradizione, il pesce fresco viene accuratamente pulito, lavato con acqua salata e asciugato con cura. Successivamente, viene ricoperto con un composto di pangrattato, sale, pepe e un tocco di olio. Una volta che ogni pezzo di pesce è ben condito, viene posizionato sulla graticola. Un segreto per ottenere una rustita perfetta è posizionare i pezzi di pesce molto vicini tra loro, senza lasciare spazi vuoti, in modo da evitare che si brucino durante la cottura. La graticola viene quindi posta sulla brace e in pochi minuti per lato la rustita è pronta. La semplicità della ricetta si riflette nel procedimento di preparazione, ma ciò non toglie nulla al risultato finale: un piatto delizioso che preserva e valorizza i sapori preziosi del mare.
Pesce fresco a piacere
Pangrattato (2 etti per ogni chilo di pesce pulito)
Sale
Pepe
Olio
Prezzemolo
Aglio
Limone
Inizia pulendo accuratamente il pesce, eliminando le interiora e lavandolo abbondantemente in acqua salata. Asciugalo con un panno da cucina.
In una ciotola a parte, prepara un condimento mescolando pangrattato, sale, pepe, prezzemolo e aglio tritati finemente.
Unisci il pesce al condimento e mescola delicatamente, facendo saltare gli ingredienti nel tegame senza fuoco.
Quando il condimento si ridurrà a circa metà, aggiungi un filo continuo di olio d'oliva e continua a far saltare il pesce nella stessa maniera.
Aggiungi il resto del condimento e dell'olio. Il pesce sarà ora pronto per essere chiuso tra due graticole precedentemente unte.
Per garantire una cottura uniforme, gira frequentemente le graticole sulla brace.
La rustita è pronta per essere servita in tavola, accompagnata da spicchi di limone. Se però non hai voglia di cucinare, vieni a gustarla al Darderi, per un pranzo sfizioso o una cena tra amici.
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